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Le Ciocche Di CapaRezza

Luigi XIV di Borbone, Per storia

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galaxy1995
icon11  view post Posted on 21/12/2008, 13:24     +1   -1




Luigi XIV di Borbone (Saint-Germain-en-Laye, 5 settembre 1638 – Versailles, 1 settembre 1715) fu il terzo re di Francia e di Navarra della casata dei Borbone, regnò dal 14 maggio 1643 fino alla sua morte. Fu chiamato il Re Sole (in Francese Le Roi Soleil) o Re Luigi il Grande (in francese Louis Le Grand). Primogenito di Luigi XIII di Francia e di Anna d'Austria che era figlia del re Filippo III di Spagna.
Rafforzò l'influenza della Francia in Europa e nel mondo, combattendo tre grandi conflitti; ma oltre che militarmente, la cultura francese fu sovrana in Europa durante il suo lungo regno. Convinto assertore di una monarchia di tipo assolutistico, regnò comunque sempre nell'interesse della Francia.
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Biografia

Nacque da Luigi XIII di Francia ed Anna d'Austria; la sua nascita apparve straordinaria, essendo avvenuta dopo 23 anni di matrimonio trascorsi senza che la regina avesse partorito alcun figlio o figlia. La nascita fu considerata eccezionale e miracolosa, tanto che il padre gli conferì il soprannome di Louis Dieudonné, poiché la sua nascita fu vista come una grazia del Cielo. Aveva compiuto appena cinque anni quando il re suo padre morì. Luigi ereditò il trono di Francia, e fu nominata reggente la madre, che gestì il potere assieme al Primo Ministro, il Cardinale Mazzarino. Questi resse le sorti della Francia per molti anni e fu così influente che solo alla sua morte avvenuta il 9 marzo 1661, Luigi poté assumere effettivamente i pieni poteri. Durante gli anni dal 1648 al 1652 la Francia, in particolar modo Parigi, fu scossa dalla rivolta della Fronda. Secondo un racconto, alcuni frondisti, durante una rivolta sarebbero riusciti ad entrare nella camera del re, e forse questo episodio lo spinse a prendere serie misure "contro" la nobiltà. Costruì a Versailles, al posto della vecchia residenza di caccia di suo padre, una magnifica reggia e vi fece alloggiare tutta la nobiltà ed istituì un complesso cerimoniale per tenere occupati i nobili e distrarli dalla politica. La reggia venne così definita "prigione dorata", ove i nobili erano rinchiusi tra i lussi più sfrenati. Luigi, noto oltre che come il Re Sole, anche come "Luigi il Grande" (Louis le Grand),[1] governò sulla Francia per oltre settant'anni, più di qualsiasi altro monarca francese e di tutti i principali monarchi europei. Il 10 giugno 1660 sposò l'Infanta di Spagna Maria Teresa, figlia di Filippo IV. Il matrimonio non fu ben accettato da Luigi, il quale sembra fosse innamorato di Maria Mancini, nipote del Cardinale Mazzarino. Il re non fu comunque un esempio di integrità, vista la considerevole quantità di amanti che ebbe nel corso degli anni.
Politica

Voltaire definì il regno di Luigi XIV, "le grand siècle". Durante il suo regno la Francia fu la dominatrice e il modello culturale dell'intera Europa insieme all'Inghilterra, come attestano le opere prese a modello dalla reggia di Versailles in tutta Europa, dal Castello di Drottningholm (Svezia) alla Reggia di Caserta. La frase che gli viene spesso attribuita, "L'état, c'est moi!" ("Lo Stato sono io!"), è molto probabilmente apocrifa, giacché il suo regno fu contrassegnato da grandi progressi nel diritto pubblico proprio nella distinzione tra la persona fisica del re e lo Stato, mentre più veritiera appare l'altra frase celebre attribuitagli sul letto di morte: "Je m'en vais, mais l'État demeurera toujours" (Io me ne vado, ma lo Stato resterà sempre).

Si deve al Re Sole la trasformazione della monarchia francese in monarchia assoluta, ma in funzione di una precisa strategia volta a ridurre il potere della nobiltà, sempre pronta a interferire con i suoi intrighi nelle scelte politiche della Corona. Luigi si impegnò a indebolire la nobiltà di spada anche prendendo a servizio suo o del palazzo alcuni suoi esponenti e creando così i presupposti per una nobiltà di corte, totalmente fine a se stessa, parassita dell'ambiente regio e schiava dell'"etichetta", una sorta di "gerarchia" in voga allora nella reggia per cui più si era vicini al Re nel servirlo più si saliva di etichetta. Questa sua scelta strategica trovò la propria manifestazione architettonica nella costruzione della nuova reggia a Versailles, che aveva l'ulteriore vantaggio di evitare eventuali rivolte cittadine contro il palazzo reale, come era avvenuto negli anni della Fronda. Luigi XIV fu così il vero inventore della categoria della grandeur francese, e perciò rimane assai amato dai francesi. D'altra parte, la grandeur ha alti costi, di guerre e di pace. Questi costi portarono lo stato alla bancarotta, e all'applicazione di pesanti imposte sul mondo contadino e sulla provincia. Secondo lo storico Alexis de Tocqueville, la trasformazione dei nobili in cortigiani, insieme alla crescita di una borghesia che poteva sì pensare ed esprimersi, ma non aveva accesso al potere politico, furono alla radice dell'instabilità politica, sociale ed economica che sfociarono nella Rivoluzione francese.
Politica amministrativa
In ambito amministrativo tolse man mano potere ai vecchi governatori provinciali, che tuttavia non esautorò, e sovrappose ad essi degli intendenti, non in gran numero e quasi tutti provenienti dall'aristocrazia e dalla nobiltà di toga.
Gli intendenti erano una nuova figura amministrativa e rimasero in pianta stabile anche dopo la morte del Re Sole; avevano una dipendenza fortemente centralizzata che tuttavia persero col passare dei tempi e dei regnanti.
Il rapporto con la Chiesa cattolica
Allo stesso modo procedette nei riguardi della Chiesa di Roma: la chiesa cattolica francese fu fortemente sostenuta, ma nella sua versione gallicana; e fece approvare nel 1682 dall'assemblea dei vescovi francesi, i quattro principi secondo cui:
Il Papa non aveva autorità sul potere temporale e il re non era soggetto alla Chiesa in materia di cose civili.
Il Concilio Generale aveva autorità sul Papa.
Le antiche libertà della Chiesa francese erano inviolabili.
Il giudizio del Papa non era inconfutabile.
Nel 1685 poi, appena morto Colbert che li proteggeva, Luigi pensò bene di liberarsi dei protestanti (in Francia chiamati ugonotti) revocando l'Editto di Nantes (revoca curiosamente motivata con il pretesto che in Francia non esistevano più protestanti) con l'Editto di Fontainebleau, il che però provocò un esodo di categorie fortemente produttive verso l'Olanda, l'Inghilterra e soprattutto verso il Brandeburgo, nucleo della Prussia, che ebbe risultati negativi sull'economia francese sia direttamente, sia sul piano della concorrenza internazionale.
Alla questione gallicana e a quella anti-ugonotta se ne aggiunse un'altra, la persecuzione della minoranza giansenista, che tra l'altro portò alla distruzione del monastero di Port-Royal des Champs nel 1710.
Politica economica
Il braccio destro di Luigi XIV fu per molti anni Jean-Baptiste Colbert, controllore delle finanze dello Stato, la seconda carica più importante dopo quella regia; egli era fautore del mercantilismo. Colbert favorì in ogni modo le esportazioni ed incentivò vari campi produttivi, come ad esempio beni di lusso, ma per contro fece salire a livelli proibitivi i dazi sulle importazioni; ben presto questo protezionismo eccessivo, che favoriva la produzione di beni nazionali, portò la Francia ad essere però esclusa dai traffici commerciali europei e quindi al fallimento della politica commerciale di Colbert. In definitiva egli non seguì altro disegno se non quello di ostacolare le nazioni che facevano del commercio la loro arma vincente (come le province Unite olandesi). Il Re era solito prendere le più importanti decisioni (l'avvio o meno di una guerra, l'aumento delle imposte, ecc.) coadiuvato, anche se l'ultima parola rimase sempre a lui, dalle tre cariche statali principali, ossia i ministri degli Esteri, della Finanza e della Guerra.
Politica estera
Poco interessato alle imprese coloniali, Luigi condusse invece varie guerre a carattere dinastico: la Guerra di Devoluzione, la Guerra Olandese, la Guerra della Grande Alleanza e la Guerra di successione spagnola. Alla fine della Guerra di successione spagnola sul trono di Spagna era salito suo nipote Filippo V di Spagna, non per diretti meriti del Re Sole ma per scelta (in realtà fu il Papa ad indirizzarlo su quella strada) dello sfortunato Carlo II d'Asburgo, morto nel 1700 a quarant'anni.
image :(Ciao):
 
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